ABISSI/PARADISI QUOTIDIANI
Progetto di un giardino/installazione/percorso esperienziale.
… In origine non c’era caos nel Chaos, ma solo il vuoto …
Questo giardino è un percorso, un’ esperienza, un’installazione; nasce da un’etimologia:
Caos: voragine, abisso.
Da una riflessione:
Dove, se non dentro noi stessi. Epoche di buio, sensazione di unicità e fatalità del proprio. Poi luce e paradisi. E la quotidianità di tutto ciò.
1-Abissi superficiali. Le voragini diventano uno spazio incolto, concavo, due passaggi stretti pari terra ai lati per passare. Un cono ribaltato al centro. Angusto, con uno sgabello dentro.
2-Luce ordinatrice. Si prosegue in uno spazio circolare, un bracere al centro, da alimentare e curare. Fuoco originario. Cipressi e fuochi barbarici in cerchio, a risuonare ed espandere l’ordine regolatore.
3-Paradiso (giardino?) quotidiano. Tre fuochi segnano la strada. Basta allungare la mano per cogliere i frutti maturi. Verde rigoglioso ora, e colori e tessiture. Pieno. Domestico. Alberelli da frutto e da fiore. Profumo dei fiori dei limoni. Arbusti perenni, volumi e fiori. I vuoti sono ora diventati abitati. Una radura come soggiorno, con seggiole movibili, un grande albero che tiene il tutto, punto focale, i divani due pergole con uva da tavola, relazioni collettive. Lo studiòlo con un piccolo tavolo e due sedie, chiacchiere a tu per tu o personale lavorìo. La cucina, una tavolata, condivisione e un banco per il fare. In disparte la camera, intimità riflessiva. Cesti con attrezzi ai bordi delle aiuole. Legna, carriole. Invito alla pulizia della cenere e accensione fuochi. Partecipare alla luce.
4-Ritorno al mondo. Spazio libero, un respiro prima del ritorno. Il cono dell’abisso iniziale si è ribaltato, diventa un luogo di riflessione e condivisione: libro delle visite, parole, poi simboli da portare, semi, terra, vasi, che la luce si moltiplichi e si espanda.
Scorcio sull’altro grande albero. Inavvicinabile, ma presenza. Centro.
Uscita a fianco dell’entrata, gli abissi torneranno sempre, e sempre poi verso la luce.



