GIARDINO DEL BUONO
Partenza e fulcro di tutto il progetto è il leccio monumentale, con età stimata intorno ai 97 anni.
La volontà di “offrirlo” al paesaggio, inteso principalmente come il borgo di là dalla piccola valle, e viceversa di fare proprio del giardino, il campanile ed il borgo, che già fanno da sfondo, da panorama e da quadro.
Altre peculiarità del luogo sono il grande gelso nel campo, e il bosco domestico confinante, perlopiù querceto, con esemplari di notevole interesse, con una piccola propaggine nel “nostro” giardino, e che noi andremo a sviluppare. E aggiunta tecnica che diventa estetica, i terrazzamenti ai piedi del belvedere.
Si è quindi cercato di tenere insieme e sviluppare su un’idea di godibilità domestica e relazione col paesaggio, le potenzialità insite, manifeste e latenti del luogo.

Partiamo dunque dallo spazio sotto e attorno al leccio, lo spazio più “domestico” e curato, che chiameremo il belvedere: è pensato come spazio di diverse dimensioni, strutturali e percettive; nel senso che tiene assieme diverse intenzioni e pulsioni, collegate in un’ unica armonia dello stare in questo luogo magico. Allora, come già accennato c’è la dimensione reciproca di visuale sul borgo ed il campanile, e quindi di cornice ed incanalazione per il panorama, quadro mutevole e costante. Ma anche voltare le spalle al mondo, e godersi lo spazio più in intimità, rivolgendosi verso l’interno, verso il grande albero secolare. Di rimando il leccio domina la scena ed è libero lo spazio tra lui e il borgo.
C’è uno spazio pavimentato, una pedana con un pergolato su cui verrà fatta crescere una pianta rampicante, che sarà un luogo piacevole in cui mangiare all’aperto, con la vista libera sul panorama. Sarà un ulteriore piano orizzontale di passaggio tra la valle, il campo del giardino degradante verso di essa, il piano del belvedere su cui poggia, e la chioma del leccio soprastante. Sarà contornato da aiuole con cespugli da fiore, come transizione e passaggio tra la boscaglia e il prato o spazio vuoto del belvedere. Ci sarà una siepe ad uniformare e dare intimità verso la strada, e una semplice staccionata per sporgersi verso la pregevole vista.
E’ stato pensato un muretto panchina, che contorna e dà la forma allo spazio. In pietra, per nobilitare lo spazio e dialogare con elementi preesistenti quali muretti di contenimento in pietra, e alberi secolari.
Il belvedere è una terrazza, un soggiorno sul paesaggio. Che già c’è, viene sviluppato e valorizzato.

C’è poi l’aspetto della direzione del terreno che scende verso est, che è un’altra direttrice forte oltre a quella principale nord nord-ovest / sud sud-est. E il pensiero di posizionare un grande albero, di prima grandezza, con lo spazio necessario per svilupparsi appieno in forma naturale, nell’angolo ad est del giardino, nella zona più bassa, così che una volta cresciuto sarà contrappunto allo sguardo che corre a valle, e insieme attrazione, per portare significato anche al limitare del campo, a un confine del giardino di meno valore.
Un frutteto in leggera linea curva contiene il giardino, maschera alla vista il campo di infestanti sottostante, ma essendo tutto il terreno in discesa verso fondovalle, non chiude invece la vista sul panorama di valore che rimane in alto e in vista.
C’è poi il tema del gelso, un albero adulto, sviluppato come fosse una tettoia naturale, col terreno che però digrada molto sotto di esso. E’ un punto di valore questo, perchè la chioma ha una forma interessante, c’è ombra sotto i suoi rami, si gode di ottima vista ed è sotto alla casa, in posizione più intima e più aperta allo stesso tempo. Ed è un po’ il raccordo tra la parte di campo del giardino e i campi sottostanti al di fuori della proprietà, e la casa con la parte di giardino più curata. Sono stati immaginati qui dei piccoli terrazzamenti a gradoni verdi, per poter godere di questo specifico punto permettendo delle sedute anche se su prato, contornate da cespugli e fioriture.

Un’altra grande risorsa di qualità del luogo è secondo me data dal bosco della proprietà a fianco, che assieme a una fascia boschiva che scherma lo spazio adibito a parcheggio dal belvedere, dà l’opportunità, venendo entrambe ampliate e sviluppate, fascia boschiva e bosco dei vicini, dà l’opportunità dicevo di avere in giardino e poter passeggiare e stare, in un bosco giardino. Quindi piantando alberi ad alto fusto in una fascia che farebbe anche da filtro e da unione con il bosco, comunque domestico, adiacente, e poi un sottobosco rustico ma studiato, di piante con tessiture e fioriture da essere appunto un bosco giardino. Quindi piante alte e sottobosco “nobile”, piantato, curato inizialmente, ma con specie di buona rusticità. Con una “radura”, uno spazio tenuto vuoto, per avere un luogo alla vera ombra di alberi e nella parte bassa e lontana del giardino, per un’altra possibilità di situazione di valore per vivere lo spazio.
Ai piedi del belvedere verso sud, verso il campo e la valle, ci sarà un muro di contenimento, con ai lati due aree di terrazzamenti fioriti, con funzione di contenimento e di raccordo tra i piani del terreno, bastioni naturali costruiti, e invece esteticamente e concettualmente per tenere insieme e raccordare belvedere e leccio con campo e valle, e casa con bosco sull’altra linea perpendicolare.


